I pazienti se ne vanno. Succede. Non possiamo fingere che nessuno ci abbia mai lasciati così all’improvviso, magari in malo modo Il drop out è, infatti, il fenomeno secondo il quale il paziente abbandona la terapia prima che essa si concluda o comunque prima che si raggiungano gli obiettivi prefissati e può succedere tanto in terza seduta tanto alla 20esima. Interruzione prematura della terapia: come si sente il Dentista? Quello che possiamo chiederci, però, è come ci si senta quando questo si verifica. Abbandonati? Arrabbiati? Intimoriti? Beh, ognuna di queste emozioni la dice lunga, su di noi ovviamente. Se, infatti, riuscissimo ad identificare l’emozione che ne segue e ci lasciamo guidare da essa verremmo a capo di cose interessanti. Ma fermiamoci e ragioniamo un attimo: il drop out è un evento che riguarda tutti e due gli elementi della relazione Dentista – Paziente . Quando entriamo in disaccordo in una relazione , è davvero sempre e solo colpa dell’altro ? Al di là di come l’addio in questione risuoni dentro noi, e delle modalità con sui esso si è esplicato, l’aspetto più importante riguarda la sua gestione. Nella mia pratica ho provato ad identificare diversi tipi di drop out: ci sono pazienti che spariscono e non rispondono più al telefono (a volte tornano dopo mesi ma altre volte no); ci sono quelli che, risolto l’urgenza non trovano più la motivazione finchè non si si presenta qualche evento che necessiti del supporto dello studio Drop out: questione di motivazione Poi ci sono i pazienti che puf…non vengono alla seduta concordata, non avvisano ( si io ricordo l'appuntamento a tutti ma non vivo a casa loro e se vedo che mi rispondono in maniera positiva 24 ore prima dell'appuntamento dò per scontato si presentino o perlomeno avvisino in caso di impossibilità ) e non c’è più modo di sentirli dopo l’interruzione. Lì restiamo con mille dubbi su mille aspetti e le pensiamo un po’ tutte: problema relazionale? errore tecnico? studio brutto? poltroncina scomoda? altro Dentista? problemi a lavoro o economici? Beh, possiamo rifletterci un po’, provare ad escludere almeno le prime due opzioni ma non ne avremo mai la certezza così come non sapremo mai perché il paziente in questione non ha condiviso con noi quello che aveva maturato nella sua mente prima ed agito poi. Anche rispetto a questo ci potrebbero essere mille spiegazioni: vergogna ? paura ? Paura di cosa? Siamo sempre chiari sul fatto che “ il dolore è gestibile “ e comunque sulla poltrona non si può percepire qualcosa di sgradevole. Oppure semplicemente scarsa motivazione (questo lo si vede bene nei pazienti inviati da terze persone) Infine, ci sono i pazienti che ammettono, apertamente, che andare dal Dentista non gli piace, che non si sentono a loro agio. Drop out: quando l’errore è del Dentista Per finire, c’è lui, il drop out da “errore” terapeutico, e non mi riferisco ad un vero e proprio errore nella fase clinica, ma bensì a ciò che si può verificare spesso in prima visita, piani di trattamento complessi, lunghi, costosi , che vengono designati dalla segreteria come se fossero indispensabili, quando sappiamo tutti che è possibile andare per gradi, sistemare prima una zona della bocca, poi un’altra, e se così non fosse dobbiamo allora lavorare sul nostro tatto, sul riconoscere chi abbiamo difronte, le sue possibilità di tempo, economiche e la sua vera motivazione. Riflessione : Questo è il mondo degli abbandoni delle terapie. Un unico fenomeno, mille chiavi di lettura. Il fascino della relazione tra le persone mi stupisce ancora. Quello che sento molto forte è la necessità di provare a tollerare frustrazioni ed incertezze, di mettersi sempre in gioco e di essere davvero aperti mentalmente. Tanta autocritica, in questi casi, aiuta e non poco per sviluppare una buona capacità di disciplina interiore. Unitamente a questo aspetto, credo che la riflessione principale debba soffermarsi sugli aspetti del funzionamento del Dentista, di tutto il suo contorno e su quello del paziente che a volte si incastrano meravigliosamente ed altre volte, invece, in modo problematico. Questione di cicli interpersonali, direi! A questo punto potremmo chiederci addirittura se esistono delle classi di pazienti con cui abbiamo più difficoltà a lavorare, riconoscerle ed escluderle. NON POSSIAMO ESSERE LO STUDIO DENTISTICO DI TUTTI : Se ad esempio molti pazienti evitanti droppano, forse ci sarà un qualche fattore che non riusciamo a tenere sotto controllo. Individuarlo è il primo step, cercare di risolverlo e di non incapparci potrebbero essere i successivi.